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Risultati per: artista

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Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri

254849
Saltini, Guglielmo Enrico 22 occorrenze
  • 1862
  • Le Monnier
  • Firenze
  • critica d'arte
  • UNIFI
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Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri

caso, e molto attese alla correzione dei suoi disegni. La fabbrica detta della Sanità nel porto di Livorno lo mostra artista diligente.

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palazzo di Viareggio rimasto incompiuto, sono monumenti che basterebbero soli alla fama di un artista. Ma l’opera sua degna dei più bei tempi dell’arte è

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cui riuscì non secondo a nessuno dei contemporanei. A Napoli fece le prime prove nell’operare, aiutando Antonio Niccolini, artista suo compaesano, nella

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artista effigiò, maggiore del naturale, la Filosofia in preda al dolore. E furono questi due ultimi i monumenti del Ricci che il Possagnese stimò degni

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bastevole alla fama di qualsivoglia più grande artista, tanto la esperienza della mano secondò la mente nell’immaginare fecondissima. Sopra una larga base a

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celebrato artista disse in Italia e fuori la fama, e come al suo modo gentile di sentire gli affetti, rispondesse un gusto squisito dell’arte, che non

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fatto i modelli per gli ornati della porta maggiore della facciata di Santa Croce, ma la stolta presunzione di chi pretendeva che l’artista lavorasse a

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merito. — Niccola Bazzanti fiorentino (n. 1802), è pure un artista degno di bella ricordanza. La sua gentile Diana che si bagna, e la statua d’Andrea

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Caterina nell’atto di ricevere le sacre Stimate. — GIOVAN BERNARDINO NOCCHI (n. 8 maggio 1741, m. 27 gennajo 1812) fu pure artista lucchese di qualche valore

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, passava nel 1792 in Roma a completarvi la sua istruzione d’artista, collo studio assiduo del bello, e anche per quella nobile gara d’emulazione, che suole

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fattasi arme di alcuni falli tal volta dal grande artista commessi, dissero stoltamente che non sapeva disegnare.

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disegno, questo artista del nostro tempo potrebbe dirsi sommo. Nondimeno raffrontandone i grandi meriti coi difetti (alcuni dei quali inerenti forse a

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Vediamo in breve quali fossero i lavori principali di questo artista che mirabile a dirsi, lasciò fatti circa duecento quadri. Tornato appena da Roma

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pastori (1821), gli meritò assai lode e promise in lui un artista valente. Nè il suo dipinto dei Martiri per la chiesa di Santa Felicita, il San Cammillo

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artista, abile assai nel lavorare alla maniera del lapis e della matita, è la morte di Piramo e Tisbe da Guido o meglio da Lorenzo De-la-Hire

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Erede del nome e della fama di questo artista fu GIOVAN PAOLO LASINIO suo figliuolo (n. in Firenze 1789, m. 8 settembre 1855), che riuscì incisore

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, divenne artista piuttosto unico che raro. Le prime sue opere furono la Poesia e la Teologia, cavate da due tondi dipinti nel Vaticano dall’Urbinate, per

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l’antico monastero di Annalena. Ma se il Del Rosso fu tenuto in buon conto siccome artista, assai maggior lode meritò come archeologo. Discorrere qui

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febbraio 1839) artista e uomo di lettere, che raccolse e dette in luce il Catalogo illustrativo delle opere d’intaglio del suo maestro, e anche ne incise

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, morte lo rapi alla famiglia, agli amici, all’Italia, che già onorava in lui un figliuolo diletto. Questo artista guidato dall’altissimo ingegno suo

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la Bella di Tiziano e la Madonna della Seggiola. E di recente il solerte e valentissimo artista, ha intagliato due rami che ancora non sono di pubblica

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sotto il Perfetti, artista peritissimo nel maneggiare il bulino con franchezza e precisione; che dopo aver lavorato alle opere della Galleria e del San

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